18 Mag 2014 - Arte e Fede a Trescore Balneario (BG)
Sono le 7.30 di Domenica 18 Maggio 2014 e n. 27 auto dei Soci del C.L.A.S. sono pronte a partire per il secondo raduno del 2014.
E’ una bella giornata e sull’Autostrada MI – VE il traffico è insolitamente rado, consentendo alle nostre veterane di mantenere
un’andatura tranquilla ma spedita.
La nostra meta è in Val Cavallina, in Provincia di Bergamo, nella quale ci attende un vero gioiello dell’arte del ‘500:
l’Oratorio Suardi a Trescore Balneario, definito “una Cappella Sistina in miniatura”. Dopo circa novanta minuti di viaggio arriviamo a destinazione, dove siamo accolti dal personale della locale “Pro Loco” che subito ci aiuta a disporre le nostre auto in bella vista all’ingresso del parco e organizza in due gruppi i 54 partecipanti, dato che la delicatezza degli affreschi sconsigliano l’accesso all’Oratorio ad un numero eccessivo di visitatori.
Il parco secolare che avvolge il complesso delle strutture è incantevole e mostra tutta la cura e la dedizione che la nobile famiglia dei Suardi ha dedicato in passato e dedica tuttora al mantenimento di quello che è un vero e proprio giardino botanico, nel quale le specie nostrane convivono con numerosi alberi provenienti da tutto il mondo.
La villa e i suoi annessi costituisce un bellissimo esempio di architettura nobile del Rinascimento, e non presenta profonde modifiche successive e lo stesso si può dire della Chiesetta, nella quale entra il primo gruppo.
L’autore degli affreschi che decorano le pareti e il soffitto dell’Oratorio è Lorenzo Lotto, nato a Venezia nel 1480, che, a differenza di molti contemporanei, operanti solo nella città lagunare come Tiziano e Tintoretto, iniziò la Sua carriera a Treviso, spostandosi poi in varie Regioni, fra cui le Marche, dove morì nel 1556.
Il periodo trascorso nella Bergamasca, che allora era territorio Veneziano, è il più ricco e produttivo dell’artista che, negli anni ’20 del XVI secolo lavorava nella Chiesa di S. Maria Maggiore a Bergamo: fu qui che conobbe i cugini Suardi, Giovanbattista e Maffeo, che gli commissionarono la decorazione del nuovo Oratorio fatto costruire nella loro grande proprietà di Trescore Balneario.
L’incarico non era motivato solo dal desiderio di abbellire la Chiesetta: in quell’epoca stavano divulgandosi nella cattolica Italia le teorie, considerate eretiche, della riforma protestante di Martin Lutero, portate in gran parte dai Lanzichenecchi, le truppe mercenarie imperiali che attraversavano il Nord Italia per combattere contro l’esercito del Papa e dei Suoi alleati.
I soggetti che Lorenzo Lotto scelse si incentrarono sulle storie di Santa Barbara e di Santa Brigida d’Irlanda; la prima, considerata protettrice dal fuoco e dalla morte improvvisa, fu perseguitata dal padre per il Suo rifiuto al Matrimonio, fino all’estremo sacrificio, descritto con immagini di impressionante efficacia. Santa Brigida era invece considerata protettrice dell’agricoltura, e quindi particolarmente indicata ad esprimere una devozione legata ai raccolti e alla vita della campagna.
Particolarmente suggestiva la grande figura del “Cristo-Vite”, nel quale le mani, aperte nel gesto della Benedizione, presentano le dita che si prolungano in tralci di vite, con foglie e grappoli: i tralci proseguono sul soffitto a rappresentare una vigna, simbolo della cristianità fin dai primi secoli del Cristianesimo.
La nostra guida è molto brava a indicare e a spiegare ogni particolare che integra e completa il messaggio delle immagini, e non possiamo fare a meno di immaginare l’effetto che queste avevano sulla gente semplice dell’epoca, di volta in volta intimorita o rassicurata nelle loro convinzioni dall’opera di un vero e proprio maestro della comunicazione come Lorenzo Lotto.
La visita termina con l’uscita del secondo gruppo, ugualmente impressionato e soddisfatto, a dimostrazione che l’arte, quella vera, è in grado di comunicare i suoi messaggi in ogni epoca e in ogni mente.
Salutiamo i nostri ospiti e ci avviamo verso Gorlago dove ci attende, come di consueto, un incontro gastronomico con le specialità locali che completerà degnamente l’incontro con la cultura locale.
Antonello Zecca