Le bellezze del Naviglio Grande Boffalora Sopra Ticino (MI)

- Le bellezze del Naviglio Grande Boffalora Sopra Ticino (MI)

La storia dei Navigli lombardi è molto antica ed inizia nel X° Sec. A.C.con l’arrivo nella pianura padana dei monaci Benedettini,che iniziarono una vasta opera di bonifica di un territorio che,ricco e fertile in epoca Romana,si era profondamente degradato Basso Medioevo ,diventando selvaggio e paludoso.

In epoca Comunale (XII° Sec.) il sistema di canali di drenaggio e irrigazione creato dai monaci fu ripensato in funzione di una possibile navigazione,per consentire il trasporto di una sempre maggiore quantità di merci e di derrate a costi contenuti.

Furono le signorie lombarde dei Visconti e degli Sforza che portarono a compimento l’impresa,valendosi dell’opera dei migliori ingegneri del tempo,fra i quali non possiamo non ricordare Leonardo da Vinci,che perfezionò il sistema di chiuse,rese necessarie per superare i dislivelli presenti nel percorso dei canali che convogliano verso Milano le acque del Ticino e dell’Adda ,facendole poi uscire in direzione di Pavia.

Proprio per consentire la scoperta di una parte di questo magico percorso fluviale i soci del C.L.A.S. si ritrovano a Boffalora sopra Ticino il 16 Giugno 2013 :la scelta del luogo nel quale si svolge il raduno di Giugno non è casuale perché proprio a Boffalora fa capo un servizio di navigazione turistica che percorre l’”Itinerario delle Delizie”,così chiamato perché consente di scoprire le bellezze artistiche e paesaggistiche di un territorio che solo recentemente è stato adeguatamente valorizzato.

Al molo di Boffalora è ormeggiato il famoso “Barchett”,la corriera fluviale che,dal 1777 al 1913,col sole,la pioggia e la neve,ha collegato fra loro i paesi e i cascinali che si affacciano sul canale e permettendo di raggiungere Milano con un servizio puntuale e sicuro,svolto a prezzi più che modesti.

Si parte e,appena lasciato l’abitato,si entra in uno scenario suggestivo nel quale acqua e vegetazione si fondono in un’immagine senza tempo che scorre lentamente,ad un ritmo al quale non siamo più abituati.Un filare di alberi lascia intravedere la struttura settecentesca di Villa Giulini mentre più avanti,ai confini dell’abitato,compare il complesso di Casa Carena,costituito da una grande abitazione residenziale attorniata da strutture agricole e da stalle.

Il primo comune che incontriamo nella risalita è Bernate Ticino ,un insediamento che risale all’epoca Romana,come testimonia una piccola necropoli con 12 sepolture contenenti vari oggetti di pregevole fattura,testimonianza di un tenore di vita abbastanza agiato.Dal battello osserviamoPalazzo Visconti,detto anche “il Castello”per la sua somiglianza col castello di Cusago:sulla facciata rivolta al Naviglio spicca una grande loggia in stile Rinascimentale affiancata da eleganti finestre ad arco rivestite in cotto;la decorazione della facciata presenta losanghe a graffito sull’intonaco.Il palazzo costituisce la parte residenziale del complesso che fa parte alla chiesa e ciò avvalora l’ipotesi che,dopo la caduta della Signoria Milanese,la struttura sia stata la sede della Canonica e la residenza dei Religiosi locali.

La risalita del Naviglio si ferma a Castelletto di Cuggiono,storica località di villeggiatura per i benestanti possidenti di Cuggiono,Inveruno ed altri comuni del circondario:prima dell’inversione di rotta è possibile ammirare il complesso di Villa Clerici,col suo grande giardino formato da terrazze digradanti verso il canale,concluso da una scalinata monumentale che termina con l’imbarcadero.Ci si accorge subito,però,che il giardino non è curato e che la facciata visibile ha bisogno di urgenti restauri :purtroppo la famiglia Clerici ,nel XIX° Sec.,dovette vendere il complesso per gravi difficoltà economiche e i nuovi proprietari lo trasformarono in una filanda-tessitura,trascurando ogni intervento di manutenzione e restauro,attualmente la villa è proprietà di privati che la usano come deposito di cascami.Ogni commento è superfluo!!

L’inversione di rotta causa un po’ di apprensione fra i partecipanti alla crociera perché appare particolarmente laboriosa ‘data la forza della corrente e l’agitazione del timoniere:fortunatamente tutto va per il meglio e non urtiamo la sponda,potendo così proseguire il nostro viaggio,scendendo il canale,per raggiungere Pontevecchio di Magenta.La velocità è notevole,anche senza l’aiuto dei motori,e questo dimostra che i collegamenti fra i paesi potevano essere abbastanza rapidi,per lo meno in discesa!Altra cosa era il movimento controcorrente,assicurato da poderosi cavalli e da pazienti barcaioli.

Ripassando da Bernate e da Boffalora ci avviciniamo a Pontevecchio di Magenta “ ,che ha ricevuto questa denominazione nell’ottocento,quando viene costruito un nuovo ponte sul Naviglio Grande,facendo diventare “vecchio” il preesistente ponte seicentesco.Durante la battaglia di Magenta del 4 Giugno 1859il luogo ebbe un’importanza strategica fondamentale per i contendenti,che lo persero e riconquistarono a più riprese,pagando un altissimo prezzo in vite umane fra soldati e ufficiali.Le azioni furono rivolte al possesso del ponte sul Naviglio,necessario per il successivo transito di rinforzi per l’una o per l’altra parte.Lo stesso ponte,più di duecento anni prima,determinò la scelta da parte della famiglia Crivelli del sito su cui costruire una delle più fastose residenze del comprensorio ma,già nel 1637,i Crivelli vendettero la villa alla curia milanese,che la destinò a residenza estiva per gli Arcivescovi (tempi duri per la Chiesa,allora!!)

Nel 1799,con la vendita a privati dei beni ecclesiastici voluta da Napoleone,la villa fu conquistata dai Castiglioni e,durante la battaglia di Magenta fu requisita dai Francesi e ospitò l’Imperatore Napoleone III° che,dalla torretta della villa,osservò l’andamento della battaglia.Attualmente la villa è sede del Parco della Valle del Ticino.

Con una corrente sempre più veloce ci avviciniamo a Robecco sul Naviglio e i soci del C.L.A.S.notano subito le due torri di Palazzo Archinto,che testimoniano il sogno di grandezza(mai completamente realizzato)del nobile banchiere Carlo Archinto.Il progetto originale prevedevaun grandioso palazzo di cinque piani ,costituito da un blocco centrale dal quale partivano quattro ali laterali:due di queste,rivolte verso il Naviglio,dovevano essere corredate de quattro torri merlate.la realizzazione del progetto portò l’Archinto alla bancarotta,e non fu mai attuato completamente.

Ben diverso è il caso di Villa Borromeo Visconti Biglia Gonfalonieri Gandini,più praticamente chiamata “Villa Gaia”,in memoria delle grandi feste e della vita spensierata della Corte di Ludovico il Moro,che vi trascorreva i lunghi periodi estivi.Uno scenografico imbarcadero accoglieva i villeggianti provenienti dall’afosa Milano che,mediante una scenografica scalinata,accedevano al cortile interno,completamente affrescato,ed entravano nei saloni,arredati ancora oggi con mobili che vanno dal Rinascimento al Settecento,ammirando i ricchi soffitti a cassettoni.

Più interna rispetto al Naviglio è Villa Gromo di Ternengo,ricostruita nel 1679 su preesistenti strutture medioevali e rinascimentali:un giardino lungo 800 metri arriva fino al canale e si conclude con un imbarcadero costituito da un padiglione colonnato chiamato “La Serenella”.

Completamente costruita con mattoni a vista è Villa Dugnani,la cui origine risale al’400,come dimostrano due finestre in stile Rinascimentale mentre il portico che si affaccia sul “ visibile dal Naviglio è in stile seicentesco.Il Cardinale Antonio Dugnani ,successivamente,la donò all’orfanotrofio delle Stelline di Milano

Per rientrare a Boffalora è necessaria una seconda inversione di rotta,con una corrente che si è fatta decisamente forte:il timoniere fa spostare parte dei passeggeri lungo un fianco del battello e a prua,per meglio bilanciare lo scafo,ma per almeno cento metri ci si muove di traverso,poi il movimento delle eliche riesce a rimettere lentamente in assetto il natante con grande sollievo di tutti i partecipanti,che applaudono calorosamente la riuscita della manovra e,a tale proposito,il timoniere ci spiega che,ogni volta,questa è un’incognita,dato che la velocità della corrente è sempre diversa.Raggiunta nuovamente Boffalora prendiamo congedo dalla nostra guida e un breve percorso con le nostre auto ci porta sulle rive del Ticino,dove un accogliente ristorante ci promette un percorso gastronomico altrettanto suggestivo ed appagante di quello artistico-ambientale.

Antonello Zecca