Museo del Bonsai di Parabiago (MI)

- Museo del Bonsai di Parabiago (MI)

Il termine “BONSAI” si riferisce ad una plurimillenaria tecnica, nata in Cina e diffusasi in gran parte dell’estremo Oriente, soprattutto in Giappone, che consente di coltivare e mantenere in dimensioni ridotte (30 – 40 cm) alberi solitamente alti 20 – 30 mt.. Col tempo questa tecnica è diventata una vera e propria filosofia artistica, dati i continui interventi di potatura e di contenimento con fili metallici, che hanno lo scopo di far assumere forme particolari a tronchi e rami.

In Italia il fenomeno è di conoscenza recente e si deve ad un appassionato industriale dell’editoria Luigi Crespi, se nel 1991 è stato fondato a Parabiago, alle porte di Milano, il primo, e per ora, unico al mondo, Museo Permanente che riguarda questo aspetto della botanica.
E’ proprio l’importanza e la particolarità di questa istituzione che ha indotto il C.L.A.S. (Club Lombardo Automoto Storiche) a rendere il Museo del Bonsai meta del primo raduno del 2014.
Sono 35 le auto che si presentano alla sede del Club la mattina del 13 Aprile, con oltre 75 persone che, evidentemente, hanno recepito in modo positivo questa scelta, e ci si muove subito per raggiungere la nostra meta, che dista pochi Km..
L’accoglienza è cordiale e, dato l’alto numero di visitatori, vengono organizzati 2 gruppi, che seguiranno 2 diversi itinerari: c’è da dire che il termine “Museo” è un po’ riduttivo, perchè il complesso è formato da ambienti chiusi di tipo museale, alternati e integrati da giardini all’aperto e da serre.
Lo scopo non è limitato al fattore unicamente espositivo: si vuole ricreare un vero e proprio pezzo di Oriente, nel quale le pianticelle giocano un ruolo determinante ma non unico, accompagnate come sono da preziose ceramiche d’epoca, statue in pietra, in terracotta dipinta o in legno, che spesso si propongono con un realismo perfetto nei gesti e nelle espressioni.
Le piante, pur nelle loro ridotte (o ridottissime) dimensioni, sono perfettamente riconoscibili: abeti, larici, alberi da frutta, si presentano con le loro foglie e con i loro colori, solo i primi hanno forme inconsuete, create dall’opera dell’uomo con certosina pazienza.
Apprendiamo dalla nostra guida che ciò che osserviamo è iniziato con i viaggi in Oriente di Luigi Crespi e della moglie Luisa, che dagli anni ’70 sono rimasti sedotti dalla bellezza della cultura bonsai in tutte le sue manifestazioni. Nel ’79, dopo un viaggio in Giappone, Luigi Crespi inizia ad importare le piantine, dando inizio ad un’attività destinata a fare passi da gigante nel giro di pochi anni, che culmina nel 1991 con la creazione del Museo e dell’Università del Bonsai.
Da allora le acquisizioni sono sempre più importanti: arrivano a Parabiago piante ultra centenarie, che continuano a prosperare mediante le cure di uno staff appassionato e preparatissimo; i soci del C.L.A.S. si stupiscono di fronte ad alberelli che hanno 300, 400, 500 anni, ma non credono ai loro occhi quando arrivano davanti al “Ficus Retusa Linn”, giunto in Italia nel 1986 dalla Cina, dopo 10 anni di trattative. L’età della pianta supera il millennio! Ciò significa che esisteva già quando Dante Alighieri, Giotto, San Francesco D’Assisi non erano ancora nati! Dà le vertigini pensare a quante epoche, a quanti avvenimenti questo albero ha assistito! ed è sempre lì, in ottima forma e sarà ancora lì dopo di noi!!
La visita continua, e ci affascinano i “Boschi” e i “Giardini”: composizioni di varie piante in un unico vaso, integrate da statuine o da piccoli manufatti, che creano un mondo in miniatura; stupisce lo squisito gusto, tipicamente orientale, con il quale le forme si integrano fra loro, creando ritmi armoniosi e suggestivi.Il suo spettacolare tronco, costituito da un intreccio di radici aeree, è collocato in un vaso realizzato e cotto in un unico blocco: il vaso Bonsai più grande mai realizzato.
Ci avviamo verso il Ristorante, che ci aspetta per altre esperienze, altrettanto interessanti e soddisfacenti Quando, salutati e ringraziati i titolari e le guide, usciamo sul piazzale dove sono collocate in bella mostra le nostre auto, abbiamo un momento di smarrimento: troppa è la differenza con quel mondo armonioso, tranquillo, vagamente fiabesco che abbiamo lasciato, e ci domandiamo a che scopo siamo perennemente in corsa, trascurando spesso ciò che di bello abbiamo intorno…….. ma quello che vediamo è la nostra realtà.

Antonello Zecca