Raduno al Santuario del Trompone (VC)

- Raduno al Santuario del Trompone (VC)

Un miracolo al “Trompone”……

Siamo in Piemonte, in un villaggio chiamato Cigliano, il giorno 2 Aprile 1559, è una Domenica.

Proprio Domenica si chiama una povera donna che si trascina lungo un sentiero che dall’abitato porta in campagna: Domenica Millianotto è una creatura sfortunata, con una gobba che la costringe a stare curva, con la balbuzie che le impedisce di comunicare con chiarezza e col “mal caduco” (si chiamava così allora l’epilessia) che le impone l’uso del bastone per evitare di cadere durante le Sue frequenti crisi epilettiche.

Nonostante i suoi malanni Domenica è una donna religiosa e caritatevole e cerca di fare del bene aiutando chi sta peggio di Lei.

Trascinandosi a fatica, arriva vicino ad un tronco morto, privato di tutti i rami, chiamato “trumpa” nel dialetto locale, che sta da tempo immemorabile ancora ritto in mezzo al prato e, dato che è molto grosso, lo chiamano “trumpone” italianizzato in seguito col termine “trompone”.

Si ferma Domenica, forse per riposarsi appoggiandosi al tronco, ma si sente chiamare; alza gli occhi e, proprio in cima all’albero, vede una bellissima donna che la guarda sorridendo e poi Le parla.
Domenica torna correndo a Cigliano, corre perchè i suoi mali sono scomparsi, e i Ciglianesi la vedono arrivare, dritta come un fuso e la ascoltano mentre, parlando con chiarezza spiega il suo incontro con la Madonna che, dice “vuole una Chiesa là dove c’è il trompone”.

Nel corso dei secoli la prima Chiesina è diventata un grande Santuario, che i soci del C.L.A.S. Visitano il 6 Luglio 2014: dopo un tranquillo tragitto autostradale e un breve percorso urbano, arrivano al complesso in tempo per consentire a chi lo desidera di assistere alla S. Messa.

Finita la Funzione facciamo conoscenza con la nostra guida, Don Giovanni, eccezionale figura di Sacerdote che, nonostante le Sue difficoltà motorie, dirige il complesso con grande umanità e competenza.

Scopriamo subito che al Santuario e alle Sue strutture accessorie è unito un modernissimo Centro di Cura e Riabilitazione per disabili, che visiteremo in seguito.

Rientrati in Chiesa, Don Giovanni narra gli avvenimenti più importanti che interessarono il complesso: il luogo fu da subito considerato Sacro, come testimoniano cronache, ex voto e offerte; il 19 Agosto 1559 fu posta la prima pietra di una piccola Chiesa, costruita dagli stessi fedeli: era piccola “lunga otto passi e larga quattro, con Sacrestia e sovrastante camera” e il costo dei materiali fu sostenuto dalla consorte del Marchese di Moncrivello che, in seguito fece ingrandire l’edificio aggiungendo la “rotonda”, struttura circolare alta 22 metri e coperta da una cupola.Nel 1584 giunse al Trompone il Cardinale Carlo Borromeo (quello rappresentato dalla statua di Arona), che era in viaggio per venerare la Sindone e che sarebbe morto poche settimane dopo. San Carlo dispose che fosse costruito al Trompone un piccolo Seminario.

Ormai i pellegrini erano talmente numerosi da far pensare ad un nuovo edificio, le cui fondamenta furono gettate nel 1595: tre navate, di cui quella centrale collegata alla rotonda, divise da otto colonne. La facciata attuale fu aggiunta nel 1716 e il complesso è di gusto settecentesco, luminoso e decorato con affreschi che presentano motivi allegorici legati alla Madonna, incorniciati da decorazioni geometriche policrome.

La cupola era già stata decorata fra il 1563 e il 1568, ma venne restaurata nel 1961.

Alla conduzione del Santuario si avvicendarono diversi ordini religiosi: i primi furono i Sacerdoti Diocesani, sostituiti il 27 Settembre 1627 dai Francescani, che dettero impulso all’accoglienza dei pellegrini, costruendo un Convento, la cui costruzione durò 20 anni, finanziata solo da donazioni ed elemosine. Alla presenza Francescana si deve il grande affresco posto sopra l’arco di ingresso della rotonda, che celebra la verità dell’Immacolata Concezione; sempre questi Frati costruirono il coro (diventato poi Sacrestia) e dotarono la Chiesa di campane (Giugno 1687).L’attenzione dei soci del C.L.A.S. È totale: la spiegazione è avvincente e prosegue con le malefatte dell’occupazione francese, a partire dalla soppressione dei Conventi avvenuta con Decreto Napoleonico del 16 Agosto 1802. Solo nel 1807 il Vescovo Canaveri dimostrò al Governo Francese che il Trompone non era di proprietà francescana, ma apparteneva direttamente alla Diocesi di Vercelli: il Santuario fu riaperto il 16 Marzo 1807 e trovato saccheggiato e in stato di abbandono. Dopo la caduta di Napoleone arrivarono i Monaci Cistercensi, provenienti da Torino. Il 29 Maggio 1855, nel Regno di Piemonte e Sardegna, furono soppresse le Congregazioni Religiose non dedicate all’insegnamento e i Cistercensi se ne andarono: alcuni Monaci rimasero come dipendenti per la cura del complesso fino al 1866. Il Convento fu occupato per alcuni mesi da un contingente militare, con conseguenze immaginabili.

Nel 1869 il complesso fu dal Governo messo all’asta e fu acquistato da Giuseppe Voglino di Santhià, che ci andò ad abitare con la famiglia: alla sua morte l’economo del Seminario, Giovanni Bodo, si accordò con gli eredi e acquistò il Convento, donandolo nuovamente alla Chiesa, che decise di usarlo come Seminario, aggiungendo due nuovi corpi di fabbrica; il Seminario fu soppresso nel 1970. Davanti alla facciata della Chiesa è collocato un edificio di linee decisamente moderne, che costituisce l’ingresso di una struttura che si collega all’ex Seminario: è il Centro di Recupero e Rieducazione funzionale “Mons. Luigi Novarese”, operante dagli anni ’80 del secolo scorso e gestito da una Associazione Internazionale di fedeli denominata “Silenziosi Operai Della Croce”. E’ in quell’aggettivo “silenziosi” che si esprime lo spirito di queste persone: in un’epoca nella quale tutti parlano, strillano, berciano, mettono in mostra la loro mediocrità e la loro banalità, gli Operai Della Croce tacciono, tacciono e fanno! con competenza e con lo spirito di carità: ogni loro azione è fatta per il prossimo, per il prossimo sfortunato che soffre! per tante Domeniche Millianotto che hanno bisogno di aiuto.

La Direttrice Sanitaria che ci fa da guida ci mostra vari ambienti che sembrano set da film di fantascienza: attrezzature di ogni sorta, tenute in modo perfetto, una pulizia che ci fa camminare in punta di piedi; ogni ambiente risponde a precise esigenze di ogni singolo malato, che qui è protagonista assoluto e centro di ogni attenzione.
E’ con orgoglio legittimo che la nostra guida cita i numerosi progressi che i malati conseguono, che sono dovuti prima di tutto all’affetto e alla considerazione da parte di chi li cura con pazienza e competenza.
E’ una bella giornata e molti sono i pazienti usciti a prendere aria e sole e, guardo i loro volti: esprimono serenità e speranza e già questo basta a rendere il Trompone qualcosa di unico, un luogo dove, ogni giorno, il miracolo avvenuto in quella Domenica del 1559, si ripete e continuerà a ripetersi.
La visita è finita! Salutiamo calorosamente i nostri Ospiti e Don Giovanni ci invita per un raduno di veicoli storici da tenersi a Settembre: certamente saranno i soci del C.L.A.S. Che parteciperanno.

Lentamente le auto si avviano all’uscita, in direzione di Cossano Canavese, dove il Ristorante “Avetta” ci attende con le sue specialità piemontesi…….. Buon appetito!!!

Antonello Zecca